Breve storia della carta
Breve storia della carta

Le prime iscrizioni di cui si ha notizia risalgono a 4.000 anni prima di Cristo e sono quelle su pietra, su tavolette di argilla e legno. Da allora il supporto di scrittura ha subito la seguente evoluzione:

Il papiro in Egitto, sin dal 3000 a.C, fu il supporto scrittorio più comune. Il midollo della omonima pianta veniva tagliato in strisce sottili che, sovrapposte in due strati perpendicolari, asciugandosi formavano un foglio con un lato a strisce orizzontali ed un lato a strisce verticali. Con il III secolo d.C. il papiro venne sostituito dalla pergamena.
La pergamena fu il supporto di scrittura dal III secolo d.C. ottenuto dalla pelle di agnello, pecora o capra, che, dopo essere rimasta a macerare nella calce, veniva poi seccata e levigata.
Con il XIII secolo venne definitivamente sostituita dalla carta ed attualmente viene prevalentemente usata solo per rilegature di lusso e paralumi.
La carta è un foglio ottenuto dalla feltratura di un impasto di fibre di varia natura. Viene utilizzata oltre che per scrivere anche per avvolgere e per usi industriali.
I Cinesi per primi utilizzarono i bozzoli del baco da seta come fibra per ottenere dei fogli; e già dal II secolo d.C. utilizzarono la scorza del gelso, gli steli del bambù, le fibre di ramiè ricavate dal china-grass, la canapa. L'uso della carta si diffuse a partire dall'VIII secolo in Asia Minore; successivamente in Africa e Spagna e con il XIII secolo in tutta Europa. Con l'impiego della gelatina animale la carta risultava resistente ai liquidi e quindi permetteva la scrittura.
I cascami dell'industria tessile e gli stracci continuarono ad essere la materia prima.
Con il XVII secolo e l'introduzione del cilindro olandese, le cui lame metalliche riducevano gli stracci in poltiglia, la preparazione dell'impasto divenne più rapida, non necessitando più di lunghi tempi di macerazione. Nell'800 con l'invenzione della macchina piana per carta ideata da L. N. Robert e della macchina in tondo ideata da M. Leistenschneider iniziò la produzione industriale della carta. Ricavate dal legno furono le materie prime che col tempo presero il posto degli stracci: la pasta di legno meccanica, ottenuta sfibrando il legno delle latifoglie con delle mole di pietra; la pasta chimica, o comunemente detta cellulosa, ottenuta dalla cottura del legno delle conifere con soluzioni di bisolfito di calcio o solfato.
La carta riciclata è la carta prodotta con maceri, refili di stampa, resi di giornali o riviste, scatoloni o cartonaggi in genere ecc., cioè senza l'utilizzo di pasta di legno o cellulosa vergini.
L'impiego, ove possibile, di queste materie prime derivanti da prodotti cartari già utilizzati permette di limitare l'utilizzo di materie prime derivanti dal legno ai soli usi in cui è richiesta una migliore qualità, una maggiore resistenza della carta o un migliore grado di bianco.
Diminuendo la necessità di legno, si evita un ulteriore disboscamento, salvaguardando in tal modo gli eco-equilibri, ed inoltre, il riutilizzo dei maceri limita il ricorso allo smaltimento degli stessi nelle discariche, con intuibili risparmi economici per la collettività.
La carta riciclata può venire anche disinchiostrata. In questo modo si raggiunge un miglior grado di bianco utilizzando anche carta da giornale stampata.
Carta ecologica è la carta, di cellulosa o riciclata, per la cui produzione si è limitato al massimo il danno eco-ambientale e si sono ridotti il più possibile i consumi di acqua ed energia.
Le cellulose devono essere prodotte con legnami per i quali si è provveduto ad un regolare e costante rimboschimento. Il processo di sbiancamento deve essere effettuato con procedimenti e prodotti che non danneggiano l'ambiente. Si evita l'utilizzo del cloro a favore dell'ossigeno e si evita che alcun prodotto dannoso vada disperso al di fuori dei circuiti interni della cartiera.
Per le carte riciclate si preferisce la disinchiostrazione all'utilizzo di sbiancanti ottici, e gli inchiostri e le eventuali impurità eliminate devono essere stoccati per venire loro stessi poi riutilizzati per altri usi. Le stesse carte prodotte con l'utilizzo di rifiuti organici di difficile smaltimento, come le alghe, che in alcuni mari si sviluppano in modo eccessivo, possono dare un valido contributo all'ecologia.